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Come trasformare un bimbo felice in un manager May 17, 2008

Posted by Ipernova in : Del + e del - , add a comment

Esistono certe maniere subdole per trasformare un bambino felice in un piccolo imprenditore avido. Attenzione però, “avido” NON di soldi, ma di grafici che crescono (come grafici intendo quelli Cartesiani con le lineette).

Per un ragazzo degli anni ’80, tutto inizia con Sim City 2000 (per quelli ricchi col primo Sim City). Misteriosamente mio padre mi regalò Sim City 200 immediatamente dopo la mia richiesta. Cosa alquanto strana visto che ricevevo doni solo a Natale e Compleanno, e che queste due festività (per me) sono a distanza di 5 giorni.

Nel sopracitato gioco, si parte da un terreno vuoto e via via si assegnano zone residenziali, commerciali ed industriali, costruendo le infrastrutture e regolando alcune leve per migliorare alcuni aspetti della città che stai governando.

Per i bambini con tempo da perdere, cioè tutti, il gioco rischia di diventare altamente viziante. Io, ad esempio, facevo turni da 4 ore. Il fattore viziante di questi giochi è che non finiscono, resti sempre lì a dire: “Faccio quest’ultima cosa e vedo quanto migliora il grafico”.

Sempre di questa serie ho giocato a Sim Tower, che era la stessa cosa, ma costruendo un edificio (tra l’altro questo ce l’avevo in Spagnolo, e se oggi mastico un po’ questa lingua lo devo a questo gioco).

Dopo Sim City 2000 e Sim Tower, ormai il manager avido di grafici aveva preso il sopravvento. Il gioco che seguì fu uno chiamato Utopia (nel 1996). Era un gioco gratis in internet in cui migliaia di ragazzini, che come me avevano dei problemi con i numeri che crescono, perdevano ore allacciati a internet (ai tempi del 33.6 kbps) per attaccarsi l’un l’altro e conquistare regni, facendo magie, pagando soldati, e vedendo crescere la propria misura e potenza nel meraviglioso mondo di Utopia. E cioè 4 dozzine di numeri che cambiano.

Subito dopo c’è stata la mania per Age of Empires 1 (Kokoma? Hagi!), ma soprattutto AoE 2 (Ahéo-àheo! Uollollohooo!), che è molto viziante, anche per persone come me che erano più impegnate a ricavare materie prime che a combattere.

Ultimo, ma non per importanza, si chiama The Business Game. Questo gioco lo trovi solo divertente se tutti quelli prima hanno avuto l’effetto desiderato, cioè se sei incurabilmente avido per grafici che salgono.

Il “The Business Game” (che è un po’ come dire I The Beatles) è un gioco fatto dall’Università di Udine (Ateneo che mi ha ospitato per una manciata di anni, e di cui vado fierissimo), che negli anni si è evoluto a tal punto da diventare un’azienda di consulenza.

Il gioco consiste nel gestire un’azienda, e prevede la gestione di un sacco di leve (pare che ultimamente abbia previsti anche dei “disastri”). Ho la fortuna di avere un amico che attualmente è sviluppatore del gioco e mi tiene aggiornato sulle ultime figate (oltre ad essere attaccato all’altro cappio della corda quando, occasionalmente, arrampichiamo 😉 ). Il TBG dev’essere giocato fra gruppi, il divertimento è proprio discutere le strategie con le persone della tua “azienda” per poi scontrarsi con gli altri gruppi e vedere che i grafici salgono o scendono. Ricordo un degno quarto posto, durante il corso di Gestione della Produzione, raggiunto rovinando il mercato con prezzi bassissimi 😀 (Come si chiamava proprio l’Azienda ?)

Per gente malata come me è entusiasmante. Se volete provare anche voi, potete giocare gratuitamente contro il computer nel sito del “The Business Game”. Il gioco sta diventando talmente famoso (e aggiungo nuovamente che ne vado fiero) che Il Sole 24 ore ne ha chiesto una versione semplificata da mettere online sul sito.

Insomma, se volete far diventare vostro figlio un manager come me (da notare che ho tempo da perdere visto che ho un blog sul quale scrivo spesso) fategli giocare giochi di strategia pieni zeppi di grafici!!!

Paz

P.S.: Ah! Il primo grafico che vedete, sono le statistiche mensili di Ipernova, è questo il mio nuovo giochetto!!!