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Gli italiani all’estero non devono votare! March 30, 2008

Posted by Ipernova in : Democrazia , add a comment
Mano che vota

 Mi pare che il titolo sia eloquente.

E da quanto mi risulta, ho il pieno e completo diritto di affermare una cosa del genere visto che io stesso sono un italiano all’estero.

Allora, vi spiego come funziona l’ambaradan. Quando si e’ figli o nipoti di un italiano/a, si puo’ ottenere la cittadinanza italiana. E’ una cosa abbastanza fica e civile. Anche se col passare delle generazioni una persona perde qualsiasi brandello della nazionalita’ del proprio avo, molti discendenti di italiani amano l’Italia piu’ degli italiani stessi, e a volte si meritano piu’ di loro l’italianita’.

Secondo la legge attuale, ogni italiano al quale e’ stata riconosciuta la cittadinanza italiana ha il diritto di votare. E, diversamente dagli italiani, non deve recarsi presso il proprio seggio elettorale, ma gli viene recapitato un pratico plico a casa con tutta la documentazione necessaria, con le schede e le buste gia’ affrancate per il voto.

Ripeto, IL VOTO E’ VIA POSTA!!!

Chiunque potrebbe votare al tuo posto (anche se illegale). Non devi uscire di casa. E’ tutto pagato dal consolato (e quindi dagli italiani, quelli in Italia pero’). Ma soprattutto, seppur dentro bustine diverse, il voto ed il tuo codice (nome) viaggiano dentro lo stesso “Bustone” e quindi, non si ha il controllo sulla segretezza del voto.

Adesso, i discendenti di italiani (come me) sono molto orgogliosi di essere italiani. Ed il votare per l’Italia li riempie di orgoglio. Il problema e’ che eleggono gente che a volte non sa nemmeno parlare bene l’Italiano.

Stavo scambiando l’altro giorno delle mail con un candidato al senato per la circoscrizione del sudamerica. Questo parlava un italiano scadente e mi dava risposte del tipo “Io ho due opinioni sui DICO, una e’ a favore e l’altra e’ contro”. Maveccheghé!

E’ vero che gli italiani sono disinformati, e che votano male. Non e’ colpa loro, poverini. Pero’ dare il voto a della gente che non parla nemmeno l’italiano e’ un delirio democratico. Cosi’ come dare il voto agli extracomunitari.

 Mio padre e mia madre hanno lavorato, avuto figli e vissuto per piu’ di 30 anni in Brasile, e loro:

 Il bello e’ che in Brasile nessuno rompe le balle per questo.

I diritti sono una cosa preziosa, devono essere ceduti con parsimonia.

Paz

P.S.: Per la cronaca, prima della legge che faceva votare gli italiani all’estero, io avevo comunque il diritto di votare in Italia presso il comune al quale ero iscritto. E secondo me questa era la soluzione migliore.