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A Berlusconi il terremoto gli ha fatto comodo April 20, 2009

Posted by Ipernova in : Democrazia , trackback

Molta gente ha (sotto sotto) stappato bottiglie di champagne dopo il terremoto a L’Aquila.

Partendo ovviamente dai TG sciacalli che vanno a chiedere a gente che ha perso tutto: “ma adesso che hanno trovato il corpo di suo figlio, come si sente?” oppure “ma lei ha perso tutto? ma tutto tutto?“.

Passando anche per le imprese edili che hanno costruito un ospedale nuovo di pacca che è stato poi fra i primi a creparsi. Dico, l’ospedale è l’ultimo a dover crollare!! Fatelo in un’unica colata di ghisa, ma cazzo, non deve nemmeno vacillare! Ecco, queste imprese di sicuro parteciperanno alla ricostruzione. E diciamolo, un sacco di soldi andranno alla mafia.

Ed infine questa tragedia fa comodo ai leader politici. Sapete cosa vuol dire prima delle elezioni europee che Berlusconi è già stato 8 volte (ad oggi) fra i terremotati a fare “l’eroe salva tutti”? Con i NOSTRI SOLDI! A parte che con i MIEI soldi, l’eroe lo faccio IO. Tu (Silvio) casomai fai solo il tuo mestiere!

Questo vuol dire che una marea di italiani disinformati (preferisco credere che non siano stupidi) voteranno per questo esserino ignobile perché è diventato il “protettore dei terremotati”. Lo sapete quante bottiglie di champagne stanno stappando i marchettari del Silvio adesso?

E poi, mentre un sacco di vecchiette si commuovono guardando la TV e chiamano ogni 5 minuti per donare 2€ (un bacio a mia nonna), quest’uomo di merda, per ragioni putridamente politiche, butta via CENTINAIA-DI-MILIONI-DI-EURO semplicemente per togliere alla gente la valenza di un Referendum.

Della serie “il Referendum ve lo faccio così facciamo finta di essere un paese Democratico, ma se devo risparmiare milioni di Euro dandoli a dei disperati e nel contempo far valere veramente il tuo voto, allora preferisco lasciare i poveri disperati nella merda“.

Io i miei 2 Euro li ho donati, ma faccio mia la battaglia di Giacomo di Girolamo che vi allego sotto

Paz

“MA IO PER IL TERREMOTO NON DO NEMMENO UN EURO…”

di Giacomo Di Girolamo

Scusate, ma io non darò neanche un centesimo di euro a favore di chi
raccoglie fondi per le popolazioni terremotate in Abruzzo. So che la mia
suona come una bestemmia. E che di solito si sbandiera il contrario, senza
il pudore che la carità richiede. Ma io ho deciso. Non telefonerò a nessun
numero che mi sottrarrà due euro dal mio conto telefonico, non manderò
nessun sms al costo di un euro. Non partiranno bonifici, né versamenti alle
poste. Non ho posti letto da offrire, case al mare da destinare a
famigliole bisognose, né vecchi vestiti, peraltro ormai passati di moda.

Ho resistito agli appelli dei vip, ai minuti di silenzio dei calciatori,
alle testimonianze dei politici, al pianto in diretta del premier. Non mi
hanno impressionato i palinsesti travolti, le dirette no – stop, le scritte
in sovrimpressione durante gli show della sera. Non do un euro. E credo che
questo sia il più grande gesto di civiltà, che in questo momento, da
italiano, io possa fare.

Non do un euro perché è la beneficienza che rovina questo Paese, lo
stereotipo dell’italiano generoso, del popolo pasticcione che ne combina di
cotte e di crude, e poi però sa farsi perdonare tutto con questi slanci nei
momenti delle tragedie. Ecco, io sono stanco di questa Italia. Non voglio
che si perdoni più nulla. La generosità, purtroppo, la beneficienza, fa da
pretesto. Siamo ancora lì, fermi sull’orlo del pozzo di Alfredino, a vedere
come va a finire, stringendoci l’uno con l’altro. Soffriamo (e offriamo)
una compassione autentica. Ma non ci siamo mossi di un centimetro.

Eppure penso che le tragedie, tutte, possono essere prevenute. I pozzi
coperti. Le responsabilità accertate. I danni riparati in poco tempo. Non
do una lira, perché pago già le tasse. E sono tante. E in queste tasse ci
sono già dentro i soldi per la ricostruzione, per gli aiuti, per la
protezione civile. Che vengono sempre spesi per fare altro. E quindi ogni
volta la Protezione Civile chiede soldi agli italiani. E io dico no. Si
rivolgano invece ai tanti eccellenti evasori che attraversano l’economia
del nostro Paese. E nelle mie tasse c’è previsto anche il pagamento di
tribunali che dovrebbero accertare chi specula sulla sicurezza degli
edifici, e dovrebbero farlo prima che succedano le catastrofi. Con le mie
tasse pago anche una classe politica, tutta, ad ogni livello, che non
riesce a fare nulla, ma proprio nulla, che non sia passerella.

C’è andato pure il presidente della Regione Siciliana, Lombardo, a visitare
i posti terremotati. In un viaggio pagato – come tutti gli altri – da noi
contribuenti. Ma a fare cosa? Ce n’era proprio bisogno? Avrei potuto anche
uscirlo, un euro, forse due. Poi Berlusconi ha parlato di “new town” e io
ho pensato a Milano 2 , al lago dei cigni, e al neologismo: “new town”.
Dove l’ha preso? Dove l’ha letto? Da quanto tempo l’aveva in mente?

Il tempo del dolore non può essere scandito dal silenzio, ma tutto deve
essere masticato, riprodotto, ad uso e consumo degli spettatori. Ecco come
nasce “new town”. E’ un brand. Come la gomma del ponte.

Avrei potuto scucirlo qualche centesimo. Poi ho visto addirittura Schifani,
nei posti del terremoto. Il Presidente del Senato dice che “in questo
momento serve l’unità di tutta la politica”. Evviva. Ma io non sto con voi,
perché io non sono come voi, io lavoro, non campo di politica, alle spalle
della comunità. E poi mentre voi, voi tutti, avete responsabilità su quello
che è successo, perché governate con diverse forme – da generazioni – gli
italiani e il suolo che calpestano, io non ho colpa di nulla. Anzi, io sono
per la giustizia. Voi siete per una solidarietà che copra le amnesie di una
giustizia che non c’è.

Io non lo do, l’euro. Perché mi sono ricordato che mia madre, che ha
servito lo Stato 40 anni, prende di pensione in un anno quasi quanto
Schifani guadagna in un mese. E allora perché io devo uscire questo euro?
Per compensare cosa? A proposito. Quando ci fu il Belice i miei lo
sentirono eccome quel terremoto. E diedero un po’ dei loro risparmi alle
popolazioni terremotate.

Poi ci fu l’Irpinia. E anche lì i miei fecero il bravo e simbolico
versamento su conto corrente postale. Per la ricostruzione. E sappiamo
tutti come è andata. Dopo l’Irpinia ci fu l’Umbria, e San Giuliano, e di
fronte lo strazio della scuola caduta sui bambini non puoi restare
indifferente.

Ma ora basta. A che servono gli aiuti se poi si continua a fare sempre come
prima? Hanno scoperto, dei bravi giornalisti (ecco come spendere bene un
euro: comprando un giornale scritto da bravi giornalisti) che una delle
scuole crollate a L’Aquila in realtà era un albergo, che un tratto di penna
di un funzionario compiacente aveva trasformato in edificio scolastico,
nonostante non ci fossero assolutamente i minimi requisiti di sicurezza per
farlo.

Ecco, nella nostra città, Marsala, c’è una scuola, la più popolosa,
l’Istituto Tecnico Commerciale, che da 30 anni sta in un edificio che è un
albergo trasformato in scuola. Nessun criterio di sicurezza rispettato, un
edificio di cartapesta, 600 alunni. La Provincia ha speso quasi 7 milioni
di euro d’affitto fino ad ora, per quella scuola, dove – per dirne una –
nella palestra lo scorso Ottobre è caduto con lo scirocco (lo scirocco!!
Non il terremoto! Lo scirocco! C’è una scala Mercalli per lo scirocco? O ce
la dobbiamo inventare?) il controsoffitto in amianto.

Ecco, in quei milioni di euro c’è, annegato, con gli altri, anche l’euro
della mia vergogna per una classe politica che non sa decidere nulla, se
non come arricchirsi senza ritegno e fare arricchire per tornaconto. Stavo
per digitarlo, l’sms della coscienza a posto, poi al Tg1 hanno sottolineato
gli eccezionali ascolti del giorno prima durante la diretta sul terremoto.
E siccome quel servizio pubblico lo pago io, con il canone, ho capito che
già era qualcosa se non chiedevo il rimborso del canone per quella
bestialità che avevano detto.

Io non do una lira per i paesi terremotati. E non ne voglio se qualcosa
succede a me. Voglio solo uno Stato efficiente, dove non comandino i furbi.
E siccome so già che così non sarà, penso anche che il terremoto è il
gratta e vinci di chi fa politica. Ora tutti hanno l’alibi per non parlare
d’altro, ora nessuno potrà criticare il governo o la maggioranza (tutta,
anche quella che sta all’opposizione) perché c’è il terremoto. Come l’11
Settembre, il terremoto e l’Abruzzo saranno il paravento per giustificare
tutto.

Ci sono migliaia di sprechi di risorse in questo paese, ogni giorno. Se
solo volesse davvero, lo Stato saprebbe come risparmiare per aiutare gli
sfollati: congelando gli stipendi dei politici per un anno, o quelli dei
super manager, accorpando le prossime elezioni europee al referendum. Sono
le prime cose che mi vengono in mente. E ogni nuova cosa che penso mi monta
sempre più rabbia.

Io non do una lira. E do il più grande aiuto possibile. La mia rabbia, il
mio sdegno. Perché rivendico in questi giorni difficili il mio diritto di
italiano di avere una casa sicura. E mi nasce un rabbia dentro che diventa
pianto, quando sento dire “in Giappone non sarebbe successo”, come se i
giapponesi hanno scoperto una cosa nuova, come se il know – how del Sol
Levante fosse solo un’ esclusiva loro. Ogni studente di ingegneria fresco
di laurea sa come si fanno le costruzioni. Glielo fanno dimenticare
all’atto pratico.

E io piango di rabbia perché a morire sono sempre i poveracci, e nel
frastuono della televisione non c’è neanche un poeta grande come Pasolini a
dirci come stanno le cose, a raccogliere il dolore degli ultimi. Li hanno
uccisi tutti, i poeti, in questo paese, o li hanno fatti morire di noia. Ma
io, qui, oggi, mi sento italiano, povero tra i poveri, e rivendico il
diritto di dire quello che penso. Come la natura quando muove la terra,
d’altronde.

Comments»

1. lesnina - April 21, 2009

io l’euro non l’ho dato comunque ( si sa che la carità non risolve i problemi) secondo me se tramutassimo l’euro in una buona azione si guadagnarebbe di più tutti quanti!

2. ParkaDude - April 24, 2009

Impregilo.
Questo e’ il nome dell’azienda di maiali che si pappa gli appalti pubblici; dietro ci sono, per fare due nomi, i Benetton e Marcellino Gavio. Sabbia per risparmiare, e sabbia per ricostruire.

Che schifo.
Dobbiamo aggregare le voci del dissenso con la rete. E’ la nostra unica contro la voce del padrone a reti unificate.

3. Ipernova - April 27, 2009

Se è per quello, alla Impregilo dovrebbe esserci anche Luca Cordero di Montezemolo.

Anche a me questa storia di “non cerchiamo le colpe ma pensiamo alla ricostruzione” mi fa veramente rabbrividire.

Paz

4. bruno - June 29, 2009

Ma come si fa a dire stronzate di questo genere……siete proprio fuori di testa…. se va a vedere i terremotati ci va per farsi vedere , se non va se ne frega….andate a cagare , forse vi libererete di un po di merda che avete nel cervello.

5. bruno - June 29, 2009

Mi sembri mica tanto furbo …..a Berlusconi e’ venuta in menta la NEW TOWN prima che gli venisse l’idea di far venire il terremoto…..ma siete proprio deboli di mente…

6. Ipernova - July 1, 2009

Caro bruno,
Ti faccio notare che hai pensato bene di imprecare, ma non si è capito bene il tuo concetto. Anzi, non si è capito per niente.

Siccome sono refrattario alle tue imprecazioni ti chiedo di formulare meglio la tua idea, visto che solo quella mi interessa.

Paz

7. bruno - July 1, 2009

Beh , mi sembra che se uno ha imprecato sei proprio tu , e poi fate i verginelli …..tra te e il di Girolamo siete proprio una bella coppia di comici ,specie di Gerolamo che alla fine cita addirittura Pasolini , sommo poeta omo ed emarginato dal partito , lo stesso che oggi fa da sponsor a tutti i traviati…..ma anche tu non sei da meno ………..ma come si fa a dire che Silvio e’ andato ben otto volte fra i terremotati con i nostri soldi ……..ma ti rendi conto di quello che dici???