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The importance of being Gay October 26, 2007

Posted by Ipernova in : Le crociate , trackback

(Il gioco di parole con “L’importanza di chiamarsi Ernesto” viene solo in inglese)

Mi propongo in poche righe di snocciolare l’annosa questione dell’omossesualità maschile, o di chi non la vuole.

Il succo del discorso è che l’omossessualità NON è normale, NON è una scelta del ragazzo/bambino, e che ovviamente NON c’è niente di male nell’essere omossessuali.

Partiamo dal presupposto che essere gay non sia una malattia fisica. E di questo non credo ci sia dubbio. Escluderei anche la predisposizione genetica innata, visto che ci sono casi di gemelli omozigoti che operano scelte sessauli opposte. Ora c’è da scoprire se è qualcosa che viene dalla situazione familiare e più precisamente dai genitori.

Se si fa caso, in ogni situazione familiare in cui è presente un figlio gay, capita spesso che la madre abbia un carattere forte ed imponitivo, ed il padre sia un po’ inerte. Il bambino quindi riconosce nella madre il maschio dominante e per simulazione la imita. Questo avviene per una precisa concomittanza di fattori: madre controllatrice, padre inerte, carattere del bambino. Ovviamente la complessità è  molto più elevata, ma in sostanza accade questo.

L’omossessualità può sorgere anche in casi di bambini che hanno perso o non hanno mai avuto il padre. In tal caso la figura della madre che tiene le redini è ancora più evidente.

L’età in cui tutto avviene è a partire dai 7 anni circa, in cui inizia la fase edipica (oggetto del Complesso di Edipo). età in cui il figlio si innamora per la madre. Dalla relazione che si stabilisce in questa età consegue ogni aspetto relazionale e sessuale dei figli.

E per chi vuole dirmi che l’omossessualità era ben diffusa e praticata senza preconcetti prima dei nostri tempi, come nella grecia antica, io rispondo che quella era una società matriarcale.

(Piccola parentesi sull’anoressia: In maniera opposta, le figlie subiscono il Complesso di Elettra. Quest’ultimo è mooolto più complicato, poiché è la psicologia stessa della donna ad essere più articolata. Quindi non so spiegarvelo. Tuttavia, capita che nella stessa situazione in cui la madre è impositiva ed il padre inerte, la figlia, mentre si “innamora” per il padre, si sente tradita quando questo la “abbandona” per subire la madre. Questa situazione può generare un senso di auto-castigo e a volte anoressia. Così come avviene per l’omossessualita maschile, l’abbandono del padre puo’ sfociare anch’esso in anoressia).

Ammesso quindi che la causa sia psicologica, non vedo perché dovrebbero essere considerati sbagliati. è vero che provo schifo a pensare che un omossessuale ci provi con me con l’intenzione di portarmi a letto. Ma è lo stesso schifo che provo per uno eterossessuale che ci prova con la mia ragazza immaginandosela a letto. Non centra con l’omossessualità.

Per quanto riguarda i diritti civili, credo che i gay debbano avere tutti i diritti che un cittadino comune ha, inclusi quelli di matrimonio. Però sono un po’ restio a consentire l’adozione. Premetto che io sarei per istituire una patente (per tutti) che ti consenta o meno di avere figli, e che questa patente necessiti di un rinnovo. Questo per garantire una minima preparazione psicologica ai genitori (spesso frustrati e immaturi). Il succo è che ogni gay subisce un momento travagliato della propria esistenza proprio quando il suo carattere si forma, nell’adolescenza. Credo che prima di essere genitore abbia bisogno di una seria preparazione psicologica. (Così come ne hanno bisogno quelle madri che sabotano il successo dei figli e quei padri che scaricano le proprie frustrazioni sugli stessi).

 

In conclusione: gli omossessuali sono diversi dagli eterossessuali! Ma siamo diversi anch’io e la mia ragazza. Un ateo ed un credente. Un italiano ed un giapponese. Un nero ed un bianco. La normalità non esiste, è nel condannare la diversità che casca l’asino!

Paz

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